Ricordate il mito della caverna di Platone?
Chi di noi non è restato affascinato dall’immagine dell’uomo che scambia per realtà quella che ne è soltanto una proiezione!
Le ombre sono seducenti perché sono così strane, immateriali, prive di consistenza, da sempre consegnate al mondo delle apparenze.
L’ombra è una traccia, una silhouette in cui solo il contorno dell’oggetto viene rappresentato; l’interno dell’ombra è indistinto e non dice nulla dell’oggetto che proietta l’ombra se non che è un oggetto opaco, non trasparente.
Talvolta in questa terra di mezzo, le ombre sembrano destinate a vivere una loro autonoma.
Strana vita… ed è perché sono scure o addirittura oscure che le ombre possono nascondere.
Ma lasciamo la parole alle immagini
𝕕𝕚𝕝𝕦𝕔𝕚𝕖𝕕𝕚𝕠𝕞𝕓𝕣𝕖(© photo Elia Passerini) è un libro fotografico dalle immagini suggestive, dense di pathos, capaci di muovere sentimenti di gioia e talora di malinconia.
Immagini di chiaroscuri dell’anima rapiti agli angoli delle vie del paesino dove sono nata, Serre di Rapolano, piccolo borgo dalle tinte medievali, con il suo bianco castello, situato nella terra delle Crete Senesi, oltre il confine meridionale del Chianti a trenta chilometri da Siena, tra boschi, colline e la valle del fiume Ombrone.
Negli scatti di Elia Passerini (Serrigiano d’adozione), dominano luci ed ombre tra giochi di foglie proiettate sui muri, finestre, terrazze, lampioni. In pittura e nel disegno si “ombreggia” per dare rilievo all’immagine.
E questo Elia lo fa con grande abilità. Lo fa senza pennelli, ma con la macchina fotografica e, sempre con l’obiettivo, cattura la luce solare creando giochi di ombre.
Serre diviene così quasi magica, si fa arte pura nei vicoli, negli angoli, nei particolari…nel leone in pietra impavido sotto i raggi del sole.
In questa realtà quasi metafisica e scarsamente antropizzata, i luoghi sono deserti e neppure in attesa di essere popolati ma esprimono la loro qualità nel rapporto con le storie a cui hanno fatto da sfondo, nello scontro di tanti contrasti che li animano.
Un gioco di diversità
Il biancore del travertino non smette mai di trapelare dal rosso del cotto e dal grigio della pietra, ricreando un gioco di diversità, la passione e la fermezza spuntano da una difficile mediazione fra spinte divergenti, dalla morbida tonalità che sorge dalla mescolanza del bianco con il nero. (cfr. “diluciediombre” – E. Passerini)
Ricordi di antiche stagioni
Un borgo e un castello vivono da stagioni antiche la loro vita nella campagna senese.
Qualcosa rimane e permane in vaghe forme della medievalità.
Altri aspetti si modificano sotto i colpi millenari di una vita di lavoratori della pietra e cavatori malpagati.
Le loro storie, le loro mani che hanno sfiorato i vecchi muri scrostati dal tempo e in più riprese dipinti, gli antichi portoni con inserti di più materiali…
Immagini e luoghi della mia infanzia diventano figure e forme sempre più semplificate e perdono ogni contatto con la realtà: sono solo luce e colore.
Così l’antico paese delle Serre gioca con il sole dall’alba al tramonto, vita e fine di ogni giorno, e le antiche storie di un popolo e un castello tornano a vivere nelle luci e nelle ombre…