Mi piace condividere con voi la meraviglia di conoscere attraverso gli altri. E’ successo qualche tempo fa ma è come se fosse ora…
Ieri Artila è entrata ‘da Annita’
Era insieme al suo ragazzo e mentre prendevo i dati per la registrazione, mi ha chiesto chi fosse l’autore della foto in bianco e nero che vedete qui accanto incorniciata dal magico maestro corniciaio Andrea Galluzzi.
Lui mi odia perché gli faccio fare sempre le peggio cose, guardate quanti passe-partout per aumentare la profondità prospettica della foto!?!
Le ho risposto che avevamo comprato la foto con Luca a Parigi perché ci piaceva, ma che non sapevo chi fosse l’autore, lei mi ha detto: 𝒅𝒐𝒗𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒆𝒔𝒔𝒆𝒓𝒆 𝑬𝒓𝒘𝒊𝒕𝒕.
E lì si è aperto un mondo
Ho cercato ed ho scoperto chi è Elliott Erwitt e la foto è sua: Francia Provenza 1955.
Oggi Erwitt è un omino curvo dai tratti marcati, che ha colto la dolcezza di una Marilyn in piena fioritura e la sotterranea innocenza del volto di Che Guevara. Quello che ha fatto la storia della Magnum con Robert Capa e dello sguardo del Novecento.
La fotografia come dono
In molti (come ho fatto io) si avvicineranno con lo sguardo indagatore alle sue foto bisbigliando al vicino: “Questa la conosco”.
E’ la fotografia come dono; immagini in bianco e nero, fissate sulla carta come frammenti senza tempo.
Ed ecco i due innamorati che sembrano strappare baci all’orizzonte infinito nello specchietto retrovisore di un’automobile, oppure la Tour Eiffel vista dal Trocadero, ove all’improvviso appare il vento (sì, è possibile fotografare anche il vento!) e tutto si muove: gli ombrelli si rovesciano, una figura (fra Chagal e Fred Astaire) spicca un salto a sovrastare la torre.
Non manca la poetica del quotidiano con la fragranza di pedalate lungo i viali della Provenza francese, e quella leggerezza (non la superficialità) che impreziosisce situazioni banali, drammatiche o surreali.
Quando la fotografia accade
E allora la luce, le geometrie esatte, le espressioni rubate ai soggetti, le angolazioni inattese, i tagli scovati e i contrasti densi, arrivano con slancio, catturati e restituiti grazie all’esercizio di uno sguardo sensibile, colto, incisivo, affinato nel tempo.
Quando la fotografia accade, succede senza sforzo, come un dono che non va interrogato né analizzato.
𝑵𝒐𝒏 𝒄𝒊 𝒗𝒖𝒐𝒍𝒆 𝒑𝒐𝒊 𝒎𝒐𝒍𝒕𝒐 – dice Erwitt – 𝒗𝒆𝒅𝒊 𝒖𝒏𝒂 𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒄𝒉𝒆 𝒕𝒊 𝒊𝒏𝒄𝒖𝒓𝒊𝒐𝒔𝒊𝒔𝒄𝒆 𝒆 𝒔𝒄𝒂𝒕𝒕𝒊
E senza assolutamente voler competere con uno dei maggiori fotografi del secondo Novecento, guardate la meraviglia e la dolcezza di questa piccola foto che ho scovato in una vecchia scatola di biscotti in soffitta…
E’ stata scattata decenni fa dai genitori di Luca in viaggio, ma quanta emozione emana ancora!
E sapete cosa c’è scritto dietro?